Autore: Aleksej Slapovskij
Nell’immaginaria cittadina di Cichov, non distante da Mosca, approda un vagabondo bruciacchiato e privo di memoria. A dargli un nome provvisorio e una temporanea accoglienza è la sanguigna Tat’jana, che ha cacciato di casa il marito alcolista e tira su da sola due figli lavorando nel locale negozio di alimentari. Cucita nella sua giacca la donna scopre un’ingente somma di denaro, e nella tasca dei suoi jeans un biglietto aereo New York-Mosca. Ma non solo al nostro uomo tutto ciò non dice nulla... Basta che s’imbatta in una fiamma qualsiasi per azzerare la poca memoria recente e ricominciare tutto daccapo con una personalità diversa.
Sprovveduto infante. Adolescente strafottente. Uomo maturo e intraprendente. Il suo rapporto con Tat’jana è di conseguenza in continuo divenire, in un alternarsi di compassione, sopportazione, amicizia e gelosia. Ma quale di queste sue personalità è reale? “Sindrome della Fenice” è la diagnosi dello psichiatra locale.
Di fronte al disvelarsi di attitudini insospettabili – judoka, rapinatore, calciatore, architetto del paesaggio, appassionato di cavalli – tutta una serie di bizzarri personaggi secondari vedono in lui soltanto quello che desiderano vedere, in un esilarante quadretto di provincia che scimmiotta mode e aspirazioni della vicina capitale. Ma cosa accadrà quando terza moglie e cognato verranno a riprendersi il nostro in seguito alla comparsa di una sua foto alla trasmissione televisiva Aspettami? Viktor è veramente l’uomo di fiducia di un losco governatore regionale per il quale “incontra persone” e “risolve problemi”? E, una volta recuperata la memoria, potrà fingere di aver perso la ragione per raggiungere l’unica persona capace di amarlo per chi davvero è?
Una vivace e ironica favola dei nostri tempi
su una questione filosofica sempre più attuale:
chi siamo veramente? Come ci percepiscono gli altri?
E quante personalità coesistono in noi?
Romanzo finalista al prestigioso premio letterario russo Bolsaja Kniga
Autore
Aleksej Slapovskij (1957) insegna Letteratura Russa all’Università di Saratov ed è editor per la rivista Volga. Celebre e prolifico scrittore, drammaturgo, cantautore, giornalista e autore televisivo, ha al suo attivo oltre 15 romanzi tradotti in varie lingue. In Italia è uscito per Voland Il giorno dei soldi (2003). Seguitissime in patria le numerose serie televisive tratte dai suoi romanzi: ultima proprio La sindrome della fenice.
Recensioni
"Ognuno dei romanzi filosofici di Slapovkij, grazie all'ottima e disinvolta prosa e al sottile spirito satirico, è più divertente ed emozionante di intere collezioni di stimata narrativa umoristica. È chiaro che a soffrire di "Sindrome della fenice" non è soltanto il protagonista di questo romanzo, ma un'intera nazione, la Russia, tanto priva di memoria storica da dimostrarsi pronta a risorgere da ogni incendio senza imparare dai precedenti errori".
– Afisa
"Lo humour di Slapovskij è esuberante e il suo stile freschissimo grazie a una sempre convincente riproduzione delal lingua colloquiale . Pur riusciendo a fornire un brillante affresco delle complesse sfaccettature sociali e psicologiche della Russia postsovietica, la sua scrittura risulta del tutto priva di quell'ossessività autoreferenziale che caratterizza tanti scrittori russi contemporanei".
– Lesley Chamberlaine, Prospect Magazine
"I romanzi di Slapovskij sono sempre in bilico fra tragedia e commedia. La sua abilità sta proprio nell'innestare in una fabula semplice e accessibile a qualsiasi target di lettori, ma ricca di colpi di scena, tematiche e questioni filosofiche di portata universale".
– Penguin Books
"La sindrome della fenice è una favola dei nostri tempi su una questione filosofica sempre più attuale: chi siamo veramente? E come ci percepiscono gli altri? Ci inganniamo credendo di essere chi fingiamo di essere, o semplicemente non dovremmo rinnegare la coesistenza in noi di molte personalità?"
– Vavilon
"Slapovskij è un maestro nell'affrescare con naturalezza e ironia le atmosfere umane della piccola provincia: quella moltiplicazione di sfumature messe in ombra dalle troppe luci della capitale."
– Ian Shenkeman, Ex Libris